ADOLESCENTI IN QUARANTENA
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Oggi guardando dalla finestra, anche se piove, mi sento finalmente felice e ottimista perché, dopo tanto tempo, vedo la “luce in fondo al tunnel”.
Ma torniamo ad un mese fa. Era una domenica qualsiasi in questa nuova “normalità”, quando, ad un certo punto, mia mamma non si sentì bene: febbre a 38 e dolori ovunque. Scatta il panico. Questo virus che ci tiene “compagnia” ormai da quasi un anno era arrivato forse anche da noi?
Nell’ultimo periodo amici, conoscenti, parenti positivi ci circondavano, e la mia sensazione era che fosse sempre più vicino.
Mia mamma si è dovuta isolare in camera e ci potevamo sentire solo per telefono pur stando nella stessa casa. Ho avuto paura che peggiorasse. Cominciò l’attesa del tampone che purtroppo fu positivo. Con il passare dei giorni però mi tranquillizzai vedendo mia mamma che stava bene nonostante la positività. Da lì iniziarono giornate che non avrei mai voluto passare: non poter uscire a fare delle passeggiate, andare a cavallo, la scuola, non festeggiare il compleanno di mia sorella come abbiamo sempre fatto, non fare allegramente l’albero di Natale come tutti gli anni, insomma, tutte le piccole cose che davo un po’ per scontate. Sembrava di rivivere sempre lo stesso giorno. Arrivò anche per noi il momento di fare i tamponi con la speranza che tutto potesse finire: io, mio fratello e mia sorella risultammo negativi, ma mia mamma ancora positiva. Non solo non era finita, ma dovevamo ricominciare tutto da capo. Stessa situazione: mi mancavano i miei amici, mio papà e soprattutto i miei nonni che non potevo vedere. Ma l'emozione che più mi ha accompagnato in questo periodo è stata la noia.
Ora ritorniamo al presente, tra un paio di giorni sarò nuovamente “libera”, per questo mi sento molto felice. Ma devo dire che quello che ho passato con la mia famiglia, ha fatto crescere in me più responsabilità e la consapevolezza del fatto che la maggior parte delle persone per capire certe cose devono per forza viverle.
B.V.
In questo periodo sto provando molte emozioni, come ad esempio la rabbia, la stanchezza e la tristezza. Questi stati d’animo sono legati ad un argomento che ormai ci sta perseguitando da mesi: il Covid-19. Credo di vivere a pieno queste emozioni, perchè sia io, che altri componenti della mia famiglia, siamo stati colpiti da questo virus. D’altronde non posso vivere intere giornate su un letto oppure su un divano a piangere, perciò sono felice, perchè sto bene e posso ugualmente parlare con amici e familiari. Con le nuove tecnologie, posso anche seguire le lezioni da casa mia nel pomeriggio, leggendo i compiti da svolgere e ciò che è stato fatto in classe. A differenza di Scout, la protagonista di un brano letto in classe, non ho mai pensato o avuto il desiderio di non voler più andare a scuola, anche se alcuni professori non mi stavano molto simpatici. Io ritengo che la scuola sia un luogo di studio e di rispetto, ma anche di scambio di idee e di cultura, un posto dove si possono incontrare i propri amici e chiacchierare durante l’intervallo. Quest’anno ci stiamo impegnando a seguire le norme di sicurezza e, all’inizio, poteva sembrare difficile, perché non eravamo abituati. Con il tempo abbiamo imparato a vivere in una comunità in cui queste regole sono fondamentali, si può dire che stiamo vivendo una lezione di vita! Io sono molto permalosa e quando mi arrabbio trovo il modo di avere ragione, anche se alcune volte non riesco bene nella mia impresa. Per rilassarmi quando sono nervosa, ascolto la musica, guardo dei video, leggo o, semplicemente, scrivo. Scrivere è una mia passione, mi piace allenarmi per avere una bella grafia e utilizzare tutti i miei colori, ne ho tanti e vado fiera della mia collezione! Non sono molto malinconica, forse perché non ho mai vissuto eventi che potrebbero cambiare la vita. Anche quando guardo dei film oppure delle serie tv, non mi emoziono, non piango, semplicemente non sto molto bene dentro me stessa e il mio cuore. Al contrario, quando ci sono scene belle, in cui le persone sono felici, io rido e sto meglio. Non sempre parlo delle mie paure, non ne ho molte, ma ce n’è una che sto cercando di risolvere: a volte provo ansia a parlare in pubblico con gente sconosciuta, o semplicemente a salutarla; provo timore se il giudizio di qualcuno potrebbe essere negativo, in certe occasioni ho persino paura di esprimermi su alcuni argomenti perchè mi sento inferiore a certe persone in quel momento. In passato ho vissuto dei periodi in cui non stavo molto bene con alcuni miei conoscenti, mi sentivo quasi il mondo addosso e pensavo di essere sola. Con il tempo, tutto si è risolto, per questo motivo non tengo
molto a riparlarne, perché sono fatti già accaduti e sui quali ho già messo una pietra sopra. Fortunatamente, alcune persone mi sono state accanto e mi hanno aiutata a stare meglio. In quel periodo ero quasi sempre arrabbiata e nervosa, molte volte tornavo a casa in lacrime e pensierosa. Io ora sono felice, sto bene seppur a casa in malattia. Sono anche un po’ triste, perché non posso incontrare le mie amiche e chiacchierare con loro. Tuttavia, cerco di trovare il lato positivo nelle cose, quindi penso che non uscire aiuti sia me che tutti i miei compagni che non sono obbligati a stare tutta la giornata nella propria abitazione. Non sono molto arrabbiata, perché ho già vissuto questa esperienza in primavera e l’unica via per la comunicazione sono i cellulari e la linea Internet. Penso sempre che parlare ad una persona faccia a faccia, sia diverso che da farlo attraverso uno schermo. Dal vivo si percepiscono di più le emozioni che la persona a con cui ci rivolgiamo sta provando, anche se ormai sono abituata. Guardando il Telegiornale si percepisce sempre più ansia e tensione rispetto a tutti i casi di Covid nel mondo, perché il virus può attaccare in varie forme: da una semplice influenza a sintomi più gravi.
In questa seconda ondata di Coronavirus, sto riflettendo ancora di più sull’importanza di seguire le regole: possono essere difficili, ma vanno rispettate. Nelle ultime settimane sto provando molte emozioni, ma sicuramente, quella che prevale è la felicità. Non dobbiamo abbatterci alle prime difficoltà, perché se dovessero capitare di nuovo nella vita, non sapremmo come reagire.
G.B.