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GIUSEPPE TORCHIO

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Dunque Sindaco, innanzitutto grazie per aver accettato questa nostra richiesta e per il tempo che ci dedica. Partiamo dall’inizio, ovvero da dove eravamo rimasti. L’anno scorso ci eravamo sentiti nel mezzo di una pandemia che ci aveva travolti. A che punto è la situazione nel Comune che Lei rappresenta?

 

Grazie a voi. Nella seconda ondata, l’andamento non era molto diverso da quello del Veneto. Siamo stati colpiti e siamo subito diventati la maglia nera dell’intera Provincia, con situazioni di emergenza assoluta che ci

ricordavano i mesi più drammatici della prima ondata. In un solo mese e mezzo, da 50 casi siamo passati a 138. Nella sola Domus ci sono stati ben 30 decessi. Non è un’invenzione, come molti sostengono. Mentre sono in riunione con voi, ho ricevuto una chiamata che mi avvertiva di decine di persone trovate davanti un bar, senza seguire le norme anti-covid e i limiti imposti dalla zona rossa. 

 

Cosa è stato messo in atto in questi mesi per i cittadini da parte dell’Amministrazione? 

 

Per prima cosa, è stata intensificata l’azione di vigilanza e di prevenzione per le scuole, il distanziamento sociale, l’igienizzazione prima di entrare in qualsiasi luogo pubblico, il rispetto delle norme di sicurezza. Con molta fatica, in quanto le esigenze della scuola non sempre sono ascoltate da tutti con uguale sensibilità, la presenza degli alunni in classe, nella battaglia per garantire il diritto all’istruzione nella modalità più consona, è una vittoria e una garanzia di efficacia dell’istruzione. Da parte nostra, abbiamo potenziato il servizio di scuolabus per distanziare gli alunni a bordo, per evitare di conseguenza eventuali contagi. Abbiamo cercato di fare da collante, con mano ovviamente pubblica, in una società minata da innumerevoli difficoltà; abbiamo distribuito mascherine, alimenti e generi vari per far fronte all’impoverimento della popolazione. Abbiamo sostenuto l’indigenza ed il momento emergenziale rispetto ad un’utenza che è aumentata esponenzialmente. Abbiamo infine cercato di monitorare la mappa dei contagi attraverso dei tamponi a tappeto

 

Secondo Lei quindi le persone più bisognose di attenzione sono oggi le stesse di prima o questa situazione ha cambiato le priorità? I fragili di oggi sono quelli di sempre o qualcosa è cambiato?

 

La sottovalutazione del problema esiste. Se si facesse una passeggiata per Bozzolo, si vedrebbe che, a fronte di un senso di responsabilità quasi totale, ci sono risacche di menefreghismo, ignoranza ed uno scarso senso civico. Persone che non rinunciano all’aperitivo anche nei giorni di zona rossa, persone positive in fila per acquistare i medicinali in farmacia. Occorre vigilare, e all’occorrenza sanzionare, per evitare il diffondersi incontrollato dei contagi, come nel caso della Casa di Riposo o della Casa di Suore. Quindi, per rispondere alla vostra domanda, bastano pochi individui per scatenare un disastro ed un effetto domino. Anche oggi, con il vaccino, prima di godere dell’immunità di gregge, occorrerà attendere e continuare con comportamenti responsabili

 

 

A Suo avviso come hanno reagito i cittadini del Comune rispetto alla necessità di nuove chiusure? Ha visto più responsabilità o scarsa responsabilità nelle persone e soprattutto nei ragazzi?

 

A parer mio, complessivamente, i ragazzi hanno portato un autentico esempio di maturità e di consapevolezza, anche se, una frangia isolata, ha tuttavia manifestato anche con agiti patologici una mancata capacità di rapportarsi con sufficiente serietà al problema. Alcuni esempi sono atti vandalici, vetri rotti, comportamenti incoscienti, assembramenti anche se a piccolo gruppo, oltre ad uso di stupefacenti e di alcolici. Durante l’estate soprattutto abbiamo dovuto intervenire anche con le forze dell’ordine, con il rammarico di chi sa che questa parte di gioventù spesso prende la scena alle tante storie di rispetto e di sensibilità che Bozzolo avrebbe da raccontare. Avete vissuto, in questi mesi, il distanziamento anche educativo, mostrando una costante collaborazione e flessibilità.

 

Anche alla luce dell’emergenza in corso, quali sono i progetti e gli impegni del Comune per il prossimo futuro o che continuerà ad utilizzare?

 

Il problema primario è a mio avviso di informazione. Attraverso gli strumenti mediatici, utilizzati correttamente, possiamo arrivare alla gente. Di recente, abbiamo sventato truffe e furti tramite il passaparola, salvando da spiacevoli episodi anziani e persone sole. Le fasce più deboli e vulnerabili vanno protette mettendo in campo tutte le strategie che abbiamo a disposizione, e soprattutto facendo rete, una rete di solidarietà e di senso civico

 

Qual è l’augurio che si sente di fare ai Suoi cittadini per il 2021?

 

L’augurio è la resilienza, quella che voi stessi state manifestando con coesione e con coraggio anche in questa situazione. Auguro al mio Paese di pensare alla forza che ha saputo trovare in sé, al di là di lamentele e di paure. Fare rete ci ha aiutato a sentirci tutti vicini, a crescere anche con una maggiore confidenza anche grazie alla tecnologia e con mezzi che fino allo scorso anno non avremmo saputo maneggiare. La necessità ci ha costretti ad un cambio di passo. Come il vaccino.  Auguro inoltre che i social siano alla portata di tutti, ed utilizzati in modo intelligente, responsabile e soprattutto propositivo. Occorre agire sulle nostre forze interiori, sulla nostra capacità di riflettere e di essere flessibili rispetto alle necessità di un vero cambiamento nel proprio stile di vita. 

 

Adesso Le chiediamo un augurio speciale a noi, alla redazione di Increscendo, insieme ad un consiglio ed un suggerimento per il prosieguo della nostra attività. 

 

Voi avete precorso i tempi con una comunicazione ricca e moderna. Voi siete l’esempio più luminoso di una resilienza e di una maturità che mi invita a sperare il meglio per il nostro paese. A voi andrà sicuramente consegnato il domani come meglio sapremo costruirlo. Buon anno ragazzi e grazie a tutti.

 

Grazie infinite per la Sua cortesia!

Buon anno anche a Lei!

 

 

Vittoria Baboni

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