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IO E MALALA, TRA RIFLESSIONE E CORAGGIO

Credo che non avrò mai il coraggio di Malala Yousafzai, la perseveranza di Greta Thunberg, la forza di Iqbal Masih o la disponibilità di Parvana, la ragazza protagonista del libro "Sotto il burqa", però so che cercherò di far di tutto per prendere spunto dal loro prezioso esempio. Sto cercando in tutti i modi di tutelare i miei diritti anche solo da cose che possono sembrare insignificanti come un gruppo di classe; sto imparando a non farmi mettere i piedi in testa e ad esprimere il mio pensiero anche se non è come quello di tutti gli altri. Mi sto aprendo di più per far capire alle persone come sono veramente e sto difendendo le persone che credo abbiano le mie stesse idee. Insomma, anche nel mio piccolo, sto provando a farmi valere e a salvaguardare i miei diritti. Sicuramente non ho vissuto le esperienze di Malala, Iqbal o Parvana, però tutti dobbiamo cercare di immedesimarci in loro e a capire gli errori che le persone intorno a loro hanno fatto. Hanno rischiato la loro vita per conquistare dei diritti: Malala solo per protestare per andare a scuola è stata ferita gravemente ma fortunatamente i dottori sono riusciti a salvarla; Iqbal invece ha sacrificato la sua vita per raccontarci la sua esperienza e per denunciare lo sfruttamento minorile; Parvana ha dovuto cambiare identità e sesso per poter aiutare la sua famiglia; Greta ha dato tutta la sua vita per lo studio dell’ambiente per garantirci un futuro. Tutti loro hanno storie differenti ma sono accumunate dalla salvaguardia dei diritti e senza di loro ora non potremmo avere un futuro. Però non in tutto il mondo è arrivato il loro messaggio, infatti le donne in molte parti del mondo vengono considerate come schiave, vengono fatte imbracciare armi a bambini e vengono sfruttati in tutti i modi, l’inquinamento non è ancora cessato, in molti stati non ci sono tutti diritti fondamentali per vivere e ci sono ancora muri che separano popoli. Tutto questo è inaccettabile e anche noi, nel nostro piccolo, possiamo farci valere prendendo i nostri diritti. Dobbiamo esprimere il nostro pensiero e non dobbiamo essere attaccati se la nostra idea è diversa da quella di altri, dobbiamo essere aperti a tutti senza mettere barriere solo per la nostra idea di diversità, dobbiamo batterci per un atteggiamento più sostenibile per il nostro futuro. Noi siamo la futura generazione e per questo se non iniziamo già ora a batterci per i nostri diritti, quando saremo adulti ci faremo mettere i piedi in testa e obbediremo ai comandi dei nostri “padroni” come Iqbal. Invece dobbiamo farci sentire perché l’opinione di tutti è importante, siamo tutti esseri umani, tutti abbiamo bisogno degli stessi diritti e delle stesse libertà, tutti dobbiamo avere il diritto di andare a scuola, di giocare, di uscire di casa da soli senza paura di qualche conseguenza, di vivere la nostra infanzia e di avere un futuro certo. Queste sono tutte cose che noi consideriamo scontate e banali, però per molte persone non è così e si devono battere per ottenerle.

Io nella mia vita non mi ricordo di aver assistito a una mancanza di rispetto verso i miei amici, ma so che se mai succederà io sarò la prima a difenderli se so che non hanno fatto nulla di sbagliato. Ci dobbiamo battere, per non aver paura di esprimere il proprio pensiero, per liberarsi dal peso di parole che ci siamo sentiti dire, per denunciare fatti accaduti, per far sentire la nostra voce. Queste cose sono molto importanti al giorno d’oggi perché se non possiamo esprimere la nostra opinione e restiamo sempre ad ascoltare e ubbidire altre persone, non avremo mai un’indipendenza, penseremo sempre con la testa di altri e non saremmo in grado di creare un pensiero. Per questo molte persone come Malala, Iqbal e Greta Thunberg si battono. Senza di loro la nostra società non potrebbe andare avanti e resterebbe sempre con le stesse idee, senza aprire la mente ad occasioni nuove. Senza la forza della loro voce, le armi resterebbero il pericolo più grande.

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Malala nel suo famoso discorso alle Nazioni Unite pronunciò il detto “La penna è più forte di una spada”. Questo significa che lo studio, l’istruzione e il diritto di andare a scuola è fondamentale per la nostra vita. Lei infatti combatté per questo, per non restare ignoranti e per pensare con la propria testa. Se non possiamo avere le basi per costruire un nostro pensiero è naturale che seguiremo sempre la massa. Noi dobbiamo andare a scuola per garantire un futuro migliore a noi stessi e agli altri, perché se non iniziamo già a quest’età a formarci un pensiero non potremo mai diventare cittadini responsabili. Inoltre quella frase sottolinea che la violenza non è mai necessaria perché si può sempre discutere e trovare una soluzione, senza attaccare o venire attaccati verbalmente o fisicamente. Questo significa essere civili e responsabili.

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Lucrezia Jennipher Greggio

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