UNA BAMBINA...NELL'AMERICA PROFONDA
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Nella provincia profonda della società americana degli anni 30’, Scout, un’autentica e originale bambina, racconta le difficoltà che lei e la sua famiglia devono superare per sostenere un’opinione contraria a quella della popolazione. Jem e Scout, con circa quattro anni di differenza, sono due fratelli che vivono solo con il padre, Atticus Finch, e la domestica nera Calpurnia perché orfani di madre da quando erano piccoli. Di giorno Atticus è un avvocato a Maycomb, una cittadina in Alabama nel sud degli Stati Uniti, luogo di residenza della famiglia, e di sera diventa un padre educativo, rispettoso e preciso che però ama i suoi figli e cerca di far loro da ombrello contro la pioggia dei pregiudizi razziali delle persone per far sì che non prendano la “Malattia di Maycomb”, ovvero la convinzione della differenza tra bianchi e neri. Il signore Finch è stato incaricato di difendere Tom Robinson, un bracciante di colore, che è stato accusato dagli Ewell, una famiglia bianca, di violenza sessuale contro la figlia. Atticus continua a ripetere che anche se la vittoria della causa è molto lontana, se non impossibile, deve affrontarla per vivere bene con la sua coscienza e per poter essere ancora definito “padre”. Per questo, in quella società dove difendere un nero è un disgusto, Scout, quando va a scuola, dai parenti, nel quartiere, è inondata da insulti contro la scelta di suo padre ma, essendo lei ribelle e in piena difesa di Atticus, li affronta a testa alta. L’unico amico onesto, anche se continua a inventare bugie divertenti, è Dill. Lui arriva solo d’estate e quando incontra i Finch il suo gioco preferito è impersonare la famiglia Radley e riuscire a intravedere Boo Radley; un vicino di casa dei Finch la cui leggenda narra che nessuno l’abbia mai visto uscire di casa. Tutti hanno paura di lui, a parte questi tre amici che non credono alle voci ma cercano in tutti i modi di scovarlo attraverso pazzi rimedi, anche se nessuno avrà successo. Solo qualche volta, dei piccoli rumori o degli strani gesti, faranno intuire una presenza misteriosa. Nel quartiere abitano anche molte signore che Scout racconta come pettegole e impiccione che la vorrebbero far diventare come loro, tranne Miss Maudie che l’accoglie come una figlia alla quale farà aprire gli occhi sul padre. Infatti, spesso, Scout rivede nel padre un uomo anziano e spento, ma in realtà capirà che è speciale. Jem e Scout saranno molto presenti nello svolgimento della causa, aiuteranno Atticus quando sarà in difficoltà contro altri uomini e parteciperanno, nella balconata dei neri, all’udienza in tribunale. Atticus, quel giorno, riesce a dimostrare, per insufficienza di prove, che Tom Robinson è innocente e il tutto è colpa dell’ignoranza di Bob Ewell. Il Signor Finch spiega anche che il tribunale è l’unico posto nel quale vige le legge che tutti gli uomini sono stati creati uguali e neri e bianchi hanno lo stesso diritto di difesa. Nonostante ciò, però, la giuria decreta la colpevolezza di Tom e lui finisce in carcere. Atticus non ha vinto ma ha fatto capire a tutti la verità, e per questo è soddisfatto. Bob Ewell, visto le troppe acque mosse, minaccia Atticus di vendetta mentre Tom, cercando di scappare dalla galera, muore; con questo evento anche la speranza del Signor Finch scompare. Poco tempo dopo, mentre Jem e Scout tornano da una festa, vengono aggrediti in strada da un uomo ma qualcuno li salva: è Boo Radley, amico ignoto e nascosto di questi due bambini che hanno sempre cercato di inserirlo nella loro vita. Al contrario, chi li aveva aggrediti è morto sulla strada: Bob Ewell, trafitto da una lama.
Oltre la siepe dei Finch, c’era il buio, l’ignoto. Dietro esso un’anima che all’apparenza sembrava scomparsa se non inesistente che poi si rivelò un’amica, forse la più sincera. Come l’anima di Tom Robinson il quale era sì un nero, ma era anche un padre, un marito, un lavoratore, una persona e questo era sufficiente per impedirgli la morte. Atticus, infatti, con tutte le sue forze, lo difese. Esternamente sembra che il suo sforzo e la sua determinazione siano stati vani, ma non è così. La verità è stata dimostrata come quella che Scout ci ha continuato a esporre durante il racconto, una verità della società che fino a poco tempo fa è rimasta soppressa.
Martina Bettoni