ALESSIO RENOLDI
Come nelle edizioni dello scorso anno, Increscendo ha intervistato i sindaci dei paesi che l’Istituto di Bozzolo comprende. Quest’anno mi sono occupata io, Ecaterina Gidioi, dell’intervista del sindaco Renoldi, primo cittadino di San Martino dall’Argine, il paese in cui io abito.
Abbiamo chiesto di mettere a confronto i due periodi, facendoci capire le loro differenze, ma soprattutto facendoci capire quant’è il peso che un sindaco deve avere sulle spalle.
Ringraziamo il sindaco per la sua disponibilità, e per il sostegno che ogni anno ci da, e speriamo di intervistare anche nel prossimo numero.
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Dunque Sindaco, innanzitutto grazie per aver accettato questa nostra richiesta e per il tempo che ci dedica. Partiamo dall’inizio, ovvero da dove eravamo rimasti. L’anno scorso ci eravamo sentiti nel mezzo di una pandemia che ci aveva travolti. A che punto è la situazione nel Comune che Lei rappresenta, è cambiata?
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Sì, è sicuramente cambiata parecchio. Uno dei cambiamenti più importanti è stato quello di riuscire a tenere le scuole aperte. Questo ha permesso ai ragazzi di andare a scuola e di usufruire della didattica in presenza. Ma essendoci stati dei positivi, la cosa ha creato qualche problema di gestione, classi in quarantena, genitori alle prese con problemi logistici. Tanti sforzi in più ma che il comune ha sostenuto volentieri, in nome dell’obiettivo.
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Cosa è stato messo in atto in questi mesi per i cittadini da parte dell’Amministrazione? E il loro comportamento è cambiato?
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Responsabilità dei cittadini rispetto al problema. Facendo riferimento alla prima ondata, c’è stata più consapevolezza e preparazione. A marzo nessuno di noi era abituato a mascherine, distanze e comportamenti responsabili. In questi mesi ho percepito minore paura, più preparazione. Certo, il COVID può essere mortale, ma con comportamenti attenti e con una cultura dell’attenzione ci si è sentiti più protetti. Nella categoria dei giovani soprattutto ho percepito rispetto e capacità di fare rete in un’emergenza che ha stravolto i comportamenti di tutti. Qualcuno poco responsabile c’è stato, ed è stato invitato a riflettere. Certamente è faticoso stare in casa e non relazionarsi…soprattutto per chi ha 20 anni…
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Secondo Lei quindi le persone più bisognose di attenzione sono oggi le stesse di prima o questa situazione ha cambiato le priorità? I fragili di oggi sono quelli di sempre o qualcosa è cambiato?
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Le fragilità e l’attenzione alle persone più bisognose sono rimaste sostanzialmente le stesse: gli anziani. Nelle due ondate, parlano i numeri, che ci dicono che dopo i 70 anni il virus è spietato. Al di sotto, le statistiche ci dicono che in assenza di patologie pregresse l’incidenza è meno drammatica. Entrambe le case di riposo dei comuni di S. Martino e di Bozzolo, rispettivamente nella prima e nella seconda ondata, hanno subito perdite gravi.
A Suo avviso come hanno reagito i cittadini del Comune rispetto alla necessità di nuove chiusure? Ha visto più responsabilità o scarsa responsabilità nelle persone?
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Sicuramente il COVID ha ribaltato la gerarchia delle priorità, ed ha imposto alle persone di rivedere quanto preziosi sono i gesti semplici, le cose che contano davvero. Gli amici, la condivisione, le esperienze comuni anche quotidiane. Questo dal punto di vista umano. Poi, certo, molte abitudini sono cambiate e rimarranno segnate da questo momento storico. Abbiamo visto aumentare le richieste di cibo da asporto, le modalità di fruire di arte, spettacolo, l’abbonamento alla connessione internet. Ma sostanzialmente credo che ci abbia lasciato l’insegnamento di quanto siano importanti le persone che ci amano attorno a noi.
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Anche alla luce dell’emergenza in corso, quali sono i progetti e gli impegni del Comune per il prossimo futuro?
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Il Comune cerca di agire al meglio da sempre, anche oggi. Il nostro obiettivo è cercare di tornare alla funzionalità di prima una volta terminata l’emergenza, anche se in questi mesi non abbiamo fatto mancare i servizi fondamentali alla cittadinanza, pur nella fatica di mille ostacoli. Il cambiamento più grande, che abbiamo sostenuto, è stata, come dicevo poc’anzi, la marcata digitalizzazione che ha coinvolto studenti e ragazzi. Anche attraverso i bandi PON abbiamo contribuito all’acquisto di due LIM per la didattica scolastica.
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Secondo lei il comportamento di certe persone si potrebbe migliorare? E allo stesso tempo, il comune ha fatto tutto ciò che si poteva?
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Tutto ciò che si poteva fare per sensibilizzare la cittadinanza sulla questione è stato messo in campo. Adesso, con l’arrivo del vaccino, vediamo aprirsi uno spiraglio che speriamo ci porti presto alla vita di sempre. Siamo stati talmente martellati in questi mesi da informazioni propinate attraverso tutti i canali che le persone non possono non dirsi al corrente.
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Ci sono ancora dei cittadini che non prendono seriamente la cosa, credendo ancora che la situazione COVID sia una farsa? O comunque persone che non sono d’accordo con ciò che il Comune mette in pratica?
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Ma certo. I negazionisti, i no vax e tutti gli scettici o disinformati non hanno mai preso seriamente l’entità dell’emergenza. Forse in quanto non direttamente toccati dalla tragedia, continuano a sbandierare convinzioni che in realtà scienza e politica mettono ai margini in quanto pericolose per la comunità. Ma da sempre ci sono i non allineati. Sta a noi cercare di contenere la minaccia sociale.
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Secondo lei è importante che la situazione dell’apertura delle scuole si sia dibattuta molto? Per lei l’apertura della scuola è importante? Oppure non la considera una necessità?
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Tantissimo, la scuola secondo me è di prima importanza.. Nella scuola una persona forma e trova se stessa. Per questo noi da sempre sosteniamo la scuola con progetti e con un supporto che è orientato a tracciare insieme, in convergenza, un percorso che sia non solo culturale ma anche civico, etico. La scuola è il motore della trasformazione e della consapevolezza civica di un Paese. Se non mi avessero insegnato da piccolo, a scuola, con attività mirate, a rispettare l’ambiente, forse farei anch’io come chi butta le cartacce per strada. Siete voi, spesso, ad avere in mano il testimone del cambiamento.
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Lei cosa ne pensa di questa “mutazione” del virus, e di tutto ciò che ultimamente si sente ai telegiornali?
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Mutazione del virus. Per quanto leggo attraverso le fonti ufficiali, mi sembrerebbe che queste mutazioni siano contemplate nella copertura del vaccino appena messo a disposizione. La speranza è di raggiungere presto un numero di vaccinati tale da creare una barriera che gli impedisca di dilagare. Basterà, quindi, aggiornare il vaccino alle mutazioni.
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Qual è l’augurio che si sente di fare ai Suoi cittadini per il 2021?
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È stato un anno molto difficile e complicato. Anche S. Martino, come Bozzolo, è stata bloccata da contagi, attività chiuse, comportamenti stravolti. Sarà banale, ma il mio augurio è la normalità che forse prima tutti noi davamo per scontata. Torno quindi a ciò che dicevo inizialmente. Auguro a tutti di poterci riappropriare delle ore con gli amici, a parlare viso a viso, senza paure.
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Adesso Le chiediamo un augurio speciale a noi, alla redazione di Increscendo, insieme ad un consiglio ed un suggerimento per il prosieguo della nostra attività.
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Consigli per migliorarvi non saprei darvene. Ogni anno questa pubblicazione mi sorprende per ricchezza, maturità, capacità che avete di proiettarvi nel futuro. Siete bravissimi. Scrivete sempre quello che è il vostro pensiero, senza timore. Abbiate il coraggio delle vostre idee. E raccogliete racconti legati ad esperienze dei più anziani; se non fermerete nelle parole la loro storia, essa andrà persa per sempre.
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È importante secondo Lei quindi che questa realtà esista anche in tempi di COVID?
Certamente. Ancora di più. Forse con questa chiusura la gente ha avuto più tempo per leggere e per seguirvi. Quindi il vostro contributo può aver impreziosito le giornate di tante persone. E può aver dato anche l’opportunità a qualche genitore di capire quanto preziosa è la vostra realtà.
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Ecaterina Gidioi