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COSA CI PASSA PER LA TESTA?

Vedete, è difficile raccontare cosa pensiamo noi adolescenti perché non è così facile e scontato esserlo. Però proverò a riassumervi in poche parole quello che noi sentiamo di essere e che, non tutte le volte, riusciamo ad essere, in particolar modo i nostri pensieri e le nostre emozioni.

Per noi adolescenti è difficile dire a voi grandi, adulti, quello che siamo veramente e quello che pensiamo, essendo peraltro ognuno diverso dall'altro.

Insieme a Vittoria Baboni, il nostro direttore, abbiamo quindi deciso di riportarvi alcuni nostri pensieri maturati nel corso di tre anni di discussioni, riflessioni e attività svolte sia in classe che individualmente, a casa.

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L'occasione per comprenderci meglio ci è stata offerta dalla lettura di alcuni stralci de  "Il giovano Holden" di Jerome D. Salinger - libro fondamentale che consiglio di leggere prima o poi perché smaschera la verità dei rapporti tra giovani e adulti - che abbiamo letto in classe insieme alla prof Bergamaschi. Gli spunti e le tante tematiche incontrate nelle sue pagine sono diventate un padlet in cui ognuno di noi ha sintetizzato, attraverso un'immagine spiegata da una parola chiave ed una didascalia, la personalità del protagonista, ma soprattutto le relazioni tra il racconto di Holden e la nostra vita. 

Buona lettura.

DISILLUSIONE: A Magritte non piacque mai dare un vero senso ai suoi quadri enigmatici, dato che nemmeno la mente stessa per lui sapeva dare una spiegazione ai suoi ragionamenti. Le sue opere surrealiste in realtà nascondono messaggi autentici, che spesso mostrano sfumature della stessa grigia realtà che lo circondava, dove la magia del sogno non trovava spazio. Neanche Holden percepisce più la brezza di lanciarsi con speranza in nuove esperienze. La monotonia degli anni che ha vissuto, cambiando diverse scuole, ormai lo ha disilluso e gli ha fatto credere che sognare è come affidarsi ad una menzogna. Questo quadro raffigura un uomo intrappolato in se stesso, che magari, come Holden aspetta solo che qualcuno lo ascolti in modo da poter liberare le colombe e dunque i pensieri ed i sogni che rimangono ingabbiati. Seppure Holden sia una persona apparentemente razionale, la mancanza di sogni lo porta a vedere molta negatività e tediosità in ogni cosa che lo circondi.

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Francesca Malvaso III B Bozzolo

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INTEGRAZIONE: Come ho visto quest'immagine l'ho associata subito ad Holden perché lui in un certo senso è come se stesse sempre chiuso in una capsula, cioè non prova a socializzare, a relazionarsi. Lui, dal mio punto di vista, non si è integrato con la società. La cosa che però mi ha incuriosito molto è che sembra a che non ci provi nemmeno ad integrarsi, è come se non si fidasse delle persone. In poche parole Holden è  molto introverso. In fondo se ci penso bene assomiglio molto a Holden, ovvero credo quasi di non essermi integrato del tutto anch'io.

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Nicolò Gandolfi III B Bozzolo

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FINGERE: ho scelto quest'immagine perché vedo Holden come qualcuno che indossa una maschera, che non si mostra per come è nella realtà. Vuole mostrarsi menefreghista, superiore, quasi infastidito dai lettori e obbligato a raccontare la sua storia. Si presenta come una persona dal carattere forte, come se niente potesse turbarlo o interessarlo. Holden in realtà è qualcuno di timido, insicuro deluso e forse anche ferito. Non è un doppiogiochista, semplicemente ha paura che il mondo lo giudichi perciò, che è in realtà nascondersi dietro ad una maschera è più semplice affrontare ciò che è reale.

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Vittoria Baboni

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AUTOISOLAMENTO: Ho scelto questa parola chiave per racchiudere quello che percepisco del giovane Holden. Continuamente estraniato da ciò che racconta, come se fosse lontano da lui, come se non lo toccasse. In realtà le sue parole, volgari, irreverenti fanno capire quanto si senta stanco di essere e di sentirsi fuori dal mondo reale, quasi convinto di esserne allontanato. Non crede più nel suo io profondo o meglio così vorrebbe far pensare. Ma è consapevole che lui stesso ha chiuso il suo mando in una gabbia e non è stato lo stesso mondo a racchiudere il suo in questa gabbia che ho scelto come immagine. Infatti la sua altro non è che una scorciatoia per nascondere la sua personalità che a volte stravolge anche i suoi pensieri ed i suoi modi. É rinchiuso in un'immensa scala di grigi che oscurano il suo IO con tutte le sue fragilità da cui cerca di fuggire.

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Fabio D'Anna III B Bozzolo

 

 

 

PREGIUDIZI: Ho scelto questa immagine perché il riccio mi ricorda Holden: un adolescente, dal carattere particolare, che, come il riccio, a causa degli aculei, sembra spinoso e pungente, ma poi, accarezzandolo dolcemente e dal verso giusto, si rivela un animale carino, coccoloso e dolce. Holden, a causa del suo carattere spigoloso, del cattivo rapporto che ha con i suoi genitori, non riesce a farsi conoscere dalle persone che lo circondano; riesce ad avere un dialogo profondo con i fratelli, che hanno di lui una vera conoscenza. Proprio come il riccio, che nei momenti di paura,  compatta gli aculei come meccanismo di difesa, così Holden, nei momenti di difficoltà diventa nervoso e suscettibile, tanto da dimenticare l'equipaggiamento da scherma sulla metropolitana: comportamento che sarà la causa dell'ulteriore isolamento da parte degli "amici". Appunto per questo, risulta timido e riservato; si chiude in se stesso, vuole stare nel suo mondo. Proprio come il mondo degli umani che hanno pregiudizi nei confronti dei ricci, così gli "amici" e conoscenti, hanno pregiudizi nei suoi confronti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lucrezia Finardi
 

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realizzare ogni suo numero è una sfida, faticosa ed appassionante, che ci rende fieri di noi stessi e ci aiuta a capire come crescere abbia bisogno di grandi scommesse da affrontare e da vincere... 

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