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LA PAROLA AL PRIMO DIRETTORE 

I consigli di Gaia Luani, fondatrice del nostro magazine

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​Il nostro primo (vero) direttore.

Colei che ha aperto la strada al destino di Increscendo. Dalla sua annata, il magazine ha fatto tanta strada, cambiando radicalmente. Ma molte delle innovazioni sono figlie delle sue intuizioni Dai nostri predecessori abbiamo sempre tanto da imparare. Per questo abbiamo deciso di intervistarla, chiedendole consigli e pareri. 

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Come ti aspettavi la scuola che hai scelto?

Io ho scelto il classico al Romani, e mi aspettavo una scuola difficile, dove fosse richiesto molto studio e impegno. Pensavo anche che le superiori fossero un contesto molto diverso dalle medie. In realtà non è del tutto vero. Se si studia tutto risulta graduale e non così traumatico. Gli insegnanti risultano molto accoglienti e non distaccati, ti guidano molto. Tutto diventa facile se ti sai mettere in gioco e segui. Serve una grande voglia di studiare, ed abituare la propria routine ed adeguarla ai tempi nuovi.

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Come ti immaginavi la tua vita di studentessa alla secondaria di II grado?

Pensavo che solo l’idea di prendere il pullman fosse bello ed entusiasmante, di vedere un ambiente completamente diverso da quello della scuola di Bozzolo. È stato molto strano come accanto alla mia classe ci fossero anche altre realtà con discipline e con atteggiamenti diversi dai nostri. Ci sono approcci diversi che danno l’idea di una bella pluralità. Quando arrivi alle superiori vivi una classe molto simile alle tue caratteristiche; questa convivenza è molto stimolante.

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Quali erano le tue maggiori paure? Quale aspetto ti spaventava di più?

Le mie paure principali erano i compagni. Io avevo comunque un supporto di qualche compagna dalle medie, ma in realtà temevo di sentirmi sola. Poi invece è stato tutto molto semplice e naturale. Anche i professori sono stati molto comprensivi ed umani, molto più di quanto pensavo che fosse. Poi, banalmente, temevo i più grandi anche su pullman. Da ultimo, mi facevano paura i compiti, che mi sembravano un’enormità. Ora invece so gestire tempi e strategie.

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Com'è la realtà che ti sei trovata davanti nella tua nuova scuola?

La realtà è bella. Mi sono trovata bene sin da subito. Dal principio ad ora, è stato un percorso molto bello.

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Cosa apprezzi maggiormente della tua nuova scuola?

Il triennio inizia ad essere molto appassionante, dopo un biennio di basi. I miei insegnanti sono stimolanti, affrontano continuamente percorsi interdiscplinari, ci danno molti spunti ed un’apertura stimolante al pensiero.

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C'è invece qualche aspetto critico?

A volte mi domando cosa potrò fare dopo questa scuola. Mi sento proiettata verso molti percorsi, ma non verso uno in particolare. Questa scuola mi sta dando tanto, ma non so se mi aiuterà a trovare un indirizzo preciso.

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In quali discipline hai riscontrato maggiori difficoltà? Te lo aspettavi?

All’inizio soprattutto con le discipline di latino e di greco avvertivo la difficoltà, ma i docenti ci hanno sempre accompagnati con umanità e comprensione, negoziando sulle consegne e sui carichi. Il carico di studio, inizialmente difficile da affrontare, impone qualche rinuncia e molta organizzazione ma più si procede più questa scuola consente di vivere normalmente.

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Come valuti la preparazione maturata alla secondaria di Bozzolo?

La preparazione data alla scuola di Bozzolo è stata completa o quasi; forse l’unica discrepanza è stata data dall’inibizione sul parlato in lingua inglese, dove mi sono sentita molto inibita rispetto ai miei nuovi compagni. Ma complessivamente la mia preparazione era buona.

 

 

Ci sono discipline in cui hai avvertito una particolare difficoltà?

Come dicevo, appunto, l’inglese parlato è stato uno scoglio. Non mi sentivo sicura di esprimermi. Ed, inizialmente, matematica, dove però forse mi aspettavo maggiormente di trovare qualche fragilità.

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Qual è il tuo ricordo della secondaria di Bozzolo? Cosa ti è rimasto impresso? Quali esperienze?

La mia classe. È stato un rapporto di amore ed odio per tre anni; oggi devo dire che a distanza è stata un gruppo importante. Eravamo variegati ed eterogenei. E l’attività del giornale mi ha dato un approccio alla scrittura e ad un’apertura verso il mondo, l’attualità, da altre angolazioni. È stato un modo per vivere la scuola dall’esterno e dall’alto, lavorando in gruppo e prendendo decisioni. L’esserne direttore mi ha fatta sentire importante e mi ha dato moltissimo.

 

 

A chi consiglieresti la scuola che stai attualmente frequentando? Quali caratteristiche sono necessarie per frequentarla con successo?

Consiglio questa scuola a chi ha voglia di studiare e di mettersi in gioco, a chi cerca risposte al di là di lingue apparentemente inutili in quanto morte. A chi cerca di appropriarsi di un mondo affascinante e profondo. Quello che ti lasciano i classici è qualcosa che ritorna nel presente. E che ti dà una bussola per decifrarlo. Se si aspira a raggiungere livelli alti è difficile, ma quando si raggiungono, è bellissimo.

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Tre caratteristiche che occorrono a chi intenda iscriversi.

Costanza, ambizione, apertura, nel senso di curiosità.

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Vittoria Baboni

Lucrezia Finardi

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