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PABLITO, IL RAGAZZO DEI SOGNI

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Il 9 dicembre 2020 a Siena purtroppo si è spento il sorriso di Paolo Rossi, noto anche come “Pablito”, un calciatore tanto rispettoso degli avversari, quanto forte.

 Enzo Bearzot, allenatore della Nazionale di calcio, lo convoca ai mondiali del 1978 e Pablito risponde alla grande segnando tre goal: sembra l’inizio di una favola ma successivamente una brutta storia di calcioscommesse lo ferma per due anni. Lui si dichiara innocente, ma il CAF non gli dà ragione. Lì si vuole ritirare ma sempre Bearzot crede nel suo talento e lo convince a continuare. 

Nel 1982 l’Italia grazie a Rossi vinse i campionati del mondo e lui fu il migliore marcatore del torneo segnando sei goal.  Il Mondiale non iniziò proprio perfettamente per lui, in campo sembrava un fantasma, non toccava mai palla, ma Bearzot, fra le polemiche, continuava a schierarlo in campo. Questa decisione venne ripagata dalla tripletta che fece contro il Brasile, dalla doppietta contro la Polonia e il goal in finale contro la Germania; lì mise in mostra intuito, opportunismo e astuzia.

Purtroppo si è dovuto poi ritirare dal calcio a soli trentuno anni per un problema alle ginocchia.

La notizia della sua morte ha sconvolto tutti gli italiani, per lo più quelli che hanno vissuto nel 1982 quelle notti indimenticabili quando Pablito ha unito tutta l’Italia intera con i suoi goal “mondiali”. 

Momenti che hanno rappresentato un pezzo di storia d’Italia, non solo calcistica, onorati e celebrati per l’ultima volta dai suoi ex compagni nel gesto di sorreggere la sua bara durante il funerale.

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Marco Bettoni

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