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IL NOSTRO NO ALLA VIOLENZA

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Il 25 novembre ricorre la "Giornata Internazionale per l'eliminazione della Violenza sulle Donne", istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ONU, nel 1999, per sensibilizzare governi, società e mezzi di informazione su questo fenomeno.

Secondo i dati dell'Onu, si stima che nel mondo intero il 38% delle donne muore per mano del partner, e il 35% subisce nel corso della propria vita qualche forma di violenza o abuso, anche psicologico. "La violenza contro le donne che si manifesta sotto diverse forme, è molto diffusa nel mondo – ha detto due anni fa l'ex segretario generale dell'Onu Ban ki-Moon al Palazzo di Vetro - ed è uno degli ostacoli più significativi alla piena uguaglianza tra i sessi".

Perché si celebra proprio il 25 novembre?

È stata l’assemblea dell'Onu nel 1999 a scegliere questa data. Per scoprirlo, serve tornare indietro al 1960. Il 25 novembre di quell'anno, infatti, tre sorelle furono uccise, a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana. Dopo essere state fermate per strada mentre si recavano a far visita ai mariti, furono picchiate con dei bastoni e gettate in un burrone dai loro carnefici, che cercarono di far passare quella brutale violenza per un incidente.

All’opinione pubblica fu subito chiaro che le tre donne erano state assassinate. Patria, Minerva e María Teresa Mirabal — questi i loro nomi — erano, infatti, conosciute anche con il nome di Las Mariposas (le farfalle), per il coraggio dimostrato nell’opporsi alla dittatura, lottando in prima persona per i diritti delle donne.

In questa data nel mondo si organizzano iniziative di sensibilizzazione contro la violenza, “Orange the World, Hear Me Too'' è lo slogan per la giornata e la tinta scelta dalle Nazioni Unite è l'arancione.
Inoltre, uno dei simboli più usati per denunciare la violenza sulle donne e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, sono le scarpe rosse, «abbandonate» in tante piazze.

 

(Articolo tratto dal corriere della sera. Corriere.it)

 

Dall’analisi dell’articolo, da altre informazioni e immagini ricercate, da conversazioni e spunti rilevati in classe e a casa sono scaturite queste considerazioni per capire meglio il problema.

 

  • Cosa pensiamo della violenza sulle donne?

La violenza non può essere la soluzione ai problemi, non è mai la cosa giusta.

 

  • Perché certi uomini sono violenti?

Sono uomini che non sanno rispettare le donne, non le amano. Non sono in grado di controllare la rabbia e non riescono a dialogare.

 

  • Come si manifesta la violenza? Troviamo alcuni verbi che possano identificare un comportamento violento.

Picchiare – isolare – uccidere – maltrattare – abusare – offendere – insultare – costringere – sminuire – criticare – mortificare.

 

  • Chi sono i violenti?

Spesso sono persone che si conoscono, appartengono all’ambito famigliare, agli affetti personali.

 

  • Cosa si può fare?

Chi subisce una violenza deve chiedere aiuto, non sentirsi in colpa e non vergognarsi.

 

  • Litigare è violenza?

Discutere, avere idee diverse non è violenza, ma è normale tra persone che hanno le proprie opinioni e peculiarità. Anche se ci si arrabbia, litigare può servire a chiarirsi, l’importante è risolvere il problema senza prevaricare l’altro e rispettandosi a vicenda

 

 

Al termine dell’attività per racchiudere ciò che avevamo imparato, abbiamo cercato di trovare alcune “parole chiave” che potessero aiutarci a costruire relazioni positive e che potessero simboleggiare la vera amicizia. Lo abbiamo fatto attraverso la realizzazione di alcune immagini create con l’applicazione di word-art

 

Classe IV°A Rivarolo Mantovano

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