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IL VOLO DEL CORAGGIO

 

 

Testo ispirato alla lettura de "Il piccolo Adolf non aveva le ciglia" di Helga Schneider

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Il cielo è nuvoloso, immerso tra potenti nuvole color cenere. Però, verso est, il cielo è come se si tagliasse: folti nuvole bianche si danno spazio tra colline verdi speranza. Il cielo è cupo come, in effetti, è la città, caratterizzata da continui palazzi, quasi uno sopra l’altro. Alcuni sono rosa, alcuni sono verdi, alcuni sono gialli… il mio è marrone, marrone terra. Se una persona passasse sotto il mio appartamento, mi vedrebbe, mi vedrebbe su un balcone color argilla rossa seduta su un pouf nero che ho appena acquistato. Peccato che in questa zona passino pochissime persone, anzi nessuno, solo gli stretti residenti. Infatti io mi considero una stretta residente, io e mio figlio. Mio figlio si chiama Samuele e ha solo un anno e quattro mesi. Ha due grandi occhi azzurri/verdi, una fossettina sulla guancia sinistra e dei bellissimi riccioli d’oro. Adesso sta riposando nella culla colorata all’interno della sua stanzetta. Anche a lui piace molto affacciarsi sul balcone per scoprire la città e scovare qualche persona nei dintorni. In particolare lui desidera dialogare con un Martin Pescatore che ogni pomeriggio si posa sul nostro piccolo albero di limone che coltivo con molto entusiasmo. Un uccellino molto piccolo di dimensioni che però racchiude una grandezza infinita di colori. Samuele sorride nel vederlo, come se ci fosse un legame di fratellanza tra i due esseri. Esso gioca con le foglie, annusa il profumo intenso e ci osserva. Ogni pomeriggio ci controlla così attentamente quasi come fossimo cambiati da un giorno all’altro. Quando si allontana da noi verso un’altra meta, con le sue minute ali riesce ad attraversare tutte le insidie del cielo rilasciando un sentimento di pura libertà. Ricordo una famosa citazione di Luis Sepulveda che recita: “vola solo chi osa farlo”. Suppongo, quindi, che questo piccolo Martin Pescatore, ribattezzato da noi “Marty”, abbia coraggio. Il coraggio di proseguire giorno dopo giorno, di scoprire nuovi terrori, di conoscere nuovi esseri estranei a sé stessi, di ricordare il profumo dei fiori accoglienti e di non dimenticare la giusta strada. Oggi, 3 agosto, sono seduta su un vecchio balcone a guardare una cupa città perché vorrei avere il coraggio che questo uccellino così piccolo e indifeso possiede. Vorrei essere capace anch’io, come lui, di volare grazie alla sicurezza della libertà, sicurezza che noi umani non abbiamo sempre. Oggi, 3 agosto, guardo nuvole grigio cenere perché so che dietro di me comparirà un arcobaleno, so che le gocce che dall’alto toccano terra sono lacrime di gioia, so che c’è speranza. Oggi, 3 agosto, ricordo, rifletto e desidero. Ricordo il frastuono e la confusione di quel giorno di pioggia, rifletto sulle possibili soluzioni che potevano essere compiute per evitare quel disastro e desidero che quel fatto non accada più. Oggi, 3 agosto, vado incontro a una società genovese che quel 14 agosto si è messa in ginocchio davanti al crollo.

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Martedì 14 agosto 2018

È una mattina di sole incerto, coperto in maggioranza da irruenti nuvole cenere. Mi sono alzata verso le sei e trenta della mattina e sono già molto agitata, è un giorno molto importante. La mia pancia sta crescendo di settimana in settimana e il mio legame con il bambino aumenta di giorno in giorno. Oggi devo consegnare il pannello fotografico più grande che io abbia mai creato. Ho uno studio fotografico a quasi un kilometro da casa mia e l’ho aperto circa due anni fa. Amo la fotografia: un’immagine è il ritratto di un momento infinito che è incancellabile. Come l’infanzia di un anziano o la nascita di una città, si ricordano grazie alle fotografie e queste sono testimonianze. Oggi devo consegnare un pannello di 4 m x 2 m dove è rappresentata una spiaggia paradisiaca che, immagino, si riferisca a un’isola delle Maldive, vedendo le tipiche palafitte che si trovano in lontananza. È un progetto importante per me che ha richiesto molta attenzione e cura ma ha dato molta soddisfazione. Alle otto lo andrò a consegnare e vedrò la reazione dei clienti.

Ormai sono quasi le nove e sono già a casa, il progetto che ho realizzato è andato alla grande! Il Signor Roberto e la Signora Ersilia sono rimasti stupefatti ma non tanto quanto il figlio Samuele. Avevo ragione, quella fotografia rappresentava un viaggio alle Maldive che ho scoperto essere il viaggio di nozze dei clienti. Mi hanno accolto con molta gentilezza anche se erano di fretta perché devono partire proprio questa mattina per andare in vacanza, in Sardegna. I bagagli erano già pronti ma il tempo per appendere il pannello nella camera non è mancato. Vernice blu petrolio scuro, letto color azzurro cielo, tre o quattro foto del viaggio e il pannello: una camera splendida! È una famiglia molto unita che tiene alle piccole cose e alle grandi soddisfazioni.

Tornata a casa mi dedico ad altri due progetti. Passa il tempo. È quasi mezzogiorno e ricevo quella chiamata che mi ha stravolto le idee, come a tutti. Il ponte che unisce Genova è crollato, alcune persone sono crollate. Da questo momento la città sarà in ginocchio.

Passano le ore e i giorni. Il giorno 19 agosto si ritrova l’ultima vittima del disastro e il numero dei morti finali è 43. Il fatto, per me, più familiare è che in questo numero fanno nome anche il Signor Roberto, la Signora Ersilia e il piccolo Samuele. La loro soddisfazione nel vedere realizzata l’impronta materiale del viaggio più importante della loro Vita è svanita, la loro fretta per voler partire per le vacanze è morta per due secondi di sfortuna, due secondi che nessuno avrebbe potuto evitare.

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Lunedì 3 agosto 2020

La pioggia si è conclusa e con lei anche la celebrazione per l’inaugurazione del nuovo ponte rinominato San Giorgio. Al contrario, il pianto del piccolo Samuele è iniziato ma si è subito calmato con l’arrivo del nostro piccolo Marty. Mentre guardo l’uccellino penso che tra noi e lui c’è un legame così forte perché lui rappresenta Samuele, il piccolo svanito quel 14 agosto, già due anni fa. Mio figlio possiede un nome importante per me, per la comunità e per la memoria genovese ma so che sarà capace di portarlo a testa alta e con onore.

Oggi, 3 agosto, non siamo qui per giudicare, per dare una colpa, per giustificare, per rimpiangere ma per avere coraggio, come il coraggio del volo di Marty.

 

Martina Bettoni

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