Massimiliano Galli
L'anno scorso avevamo intervistato il Sindaco di Rivarolo Mantovano, il sig. Galli, e ci siamo lasciati proprio nel bel mezzo della pandemia. Ora, durante la seconda ondata di questo virus, abbiamo nuovamente avuto l'esigenza di sapere l'andamento del paese in questo periodo difficile.
Come sempre, è stato molto interessante sapere il punto di vista sulla situazione Covid nel Comune del primo cittadino di Rivarolo Mantovano ed è stata un'opportunità eccezionale poter intervistare l'amministratore del paese.
Interagire, parlare e sapere l'opinione del primo cittadino, inoltre, è anche una possibilità di crescere e capire anche il rapporto che il Sindaco ha con il proprio Comune e con i suoi cittadini.
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Dunque Sindaco, innanzitutto grazie per aver accettato questa nostra richiesta e per il tempo che ci dedica. Partiamo dall’inizio, ovvero da dove eravamo rimasti. L’anno scorso ci eravamo sentiti nel mezzo di una pandemia che ci aveva travolti. A che punto è la situazione nel Comune che Lei rappresenta?
La situazione è abbastanza stabile da un punto di vista dell’emergenza. Stavolta, a differenza della scorsa, si sono sviluppati cluster famigliari che, grazie alle famiglie coinvolte, siamo riusciti ad arginare. C’è maggiore senso di controllo e la collaborazione della cittadinanza è stata molto apprezzabile. Cerchiamo di non abbassare la guardia.
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Secondo Lei quindi le persone più bisognose di attenzione sono oggi le stesse di prima o questa situazione ha cambiato le priorità? I fragili di oggi sono quelli di sempre o qualcosa è cambiato?
La tematica delle fragilità è abbastanza rilevante, ma diversa a mio avviso rispetto alla prima ondata. Se a marzo si affacciavano ai servizi sociali soprattutto i cosiddetti storici casi di persone nuove, spaventate dalla situazione e dall’improvvisa perdita del lavoro, nella seconda i bisognosi di un sostegno e di assistenza sociale – lavoro, supporto, gestione – sono tornati ad essere gli stessi di sempre. Tutto è andato normalizzandosi.
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A Suo avviso come hanno reagito i cittadini del Comune rispetto alla necessità di nuove chiusure? Ha visto più responsabilità o scarsa responsabilità nelle persone?
I cittadini in realtà hanno sempre mostrato un certo rispetto per la normativa, non abbiamo dovuto intervenire su comportamenti particolarmente irresponsabili. Di questo devo ringraziare i miei compaesani. Non vedo mai persone senza mascherina in paese; c’è attenzione all’igiene, alla distanza, alle norme. C’è voglia di normalità.
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Anche alla luce dell’emergenza in corso, quali sono i progetti e gli impegni del Comune per il
prossimo futuro?
Abbiamo approvato giusto ieri sera il bilancio di previsione per il prossimo anno, ed abbiamo stanziato risorse per potenziali fragilità di ritorno, una volta passata la seconda fase. Quando l’ombrello delle misure di supporto dello Stato si esaurirà, occorre farsi trovare pronti per sostenere situazioni di fragilità mirati e circoscritti. Il mio timore infatti è quello di proteggere coloro che potrebbero non farcela. Stiamo quindi muovendoci preventivamente nell’aspetto delle politiche sociali e del welfare. I nostri piccoli comuni sono tutti consorziati, e cerchiamo di agire in rete, in modo da sostenerci con azioni condivise e convergenti. Probabilmente questa crisi ci ha sollecitati ad una maggiore e migliore sinergia, per contrastare nuove forme di bisogno e di povertà.
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Secondo Lei quali sono le esigenze ed i bisogni dei ragazzi del Suo Comune che chiedono interventi urgenti da parte delle istituzioni?
Dividerei in due aspetti: uno è l’aspetto lavorativo ed occupazionale, da sostenere e da promuovere con occasioni ed attività, l’altro è quello relazionale, di comunità, di sostegno umano, questa crisi ha lasciato la consapevolezza che nessuno si salva da solo e che c’è bisogno del contributo di tutti rispetto alla quotidianità. Un esempio: in occasione del Natale, in passato c’era una serie di iniziative. Quest’anno, non potendo fare niente di concreto, il Comune si è inventato un modo per fare comunità con l’idea di un presepio e di qualche luce sul balcone. Di sera Rivarolo quindi si è illuminata di presenze che stavano a significare la voglia di comunicare la voglia di un augurio, di una presenza.
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Qual è l’augurio che si sente di fare ai Suoi cittadini per il 2021?
Che non si perdano i germi di solidarietà che questa crisi ha contribuito ad effondere. Va data però occasione di fermentare, di svilupparsi. Vedo tanta voglia di essere utili da parte delle persone. Credo che questo vada alimentato con spazi ed opportunità.
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Adesso Le chiediamo un auguro speciale a noi, alla redazione di Increscendo, insieme ad un
consiglio ed un suggerimento per il prosieguo della nostra attività.
L’augurio è sempre quello di essere curiosi verso la propria realtà. Ricordo un docente universitario che ci invitava a “studiare gratis”, ovvero non solo per l’esame, non solo per la prestazione, ma anche per la voglia di informarsi, di approfondire, di andare oltre lo stretto necessario. Continuate con perseveranza e in questa direzione.