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NOI, DI NUOVO INSIEME

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Stamattina, 14 settembre 2020, è stato il mio primo giorno di scuola in classe quinta e alle 8.00 la maestra ci aspettava all’ingresso della scuola fuori dalla porta.

La nonna, che mi ha accompagnato, mi ha salutato e ha poi portato mio fratello Pietro, all’ingresso di via Valle Onetta, perché quest’anno a causa del Covid-19, molte cose sono cambiate. L’anno scorso infatti siamo entrati insieme ai nostri genitori per un breve incontro; quest’anno invece i genitori si sono incontrati qualche giorno prima. All’ingresso della scuola c’è un gel ”elettronico” per disinfettarci le mani prima di entrare in classe. La maestra, davanti alla porta, ci ha detto di metterci nelle righe distanti un metro l’uno dall’altra e ci ha assegnato i posti nei banchi, che, a differenza dell’anno scorso sono distanziati per bene.

L’aula è spoglia: non ha cartelloni, armadi, disegni, per facilitare la sanificazione dei locali.

L’anno scorso era tutto diverso: non avevamo la mascherina, non entravamo divisi, ma tutti insieme e se una mia compagna non aveva qualcosa gliela potevo prestare, invece ora non è più possibile. Purtroppo non abbiamo potuto neppure cantare la canzone di benvenuto alla classe prima, come al solito, perché dobbiamo evitare al massimo il rischio di contagio.

Anche il momento della merenda è cambiato, infatti dobbiamo consumarla stando seduti; ogni classe inoltre ha il suo bagno assegnato e anche l’uso degli spazi esterni è distinto per classi.

Però una cosa positiva c’è: ho rivisto i miei compagni dopo molti mesi e sono ritornata in classe e questa è la cosa più importante.

 

Matilde Baruffi 

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Il mio primo giorno di scuola è stato molto strano. Eravamo tutti con la mascherina e distanti un metro l’uno dall’altro.. Siamo entrati uno alla volta, sempre con la distanza di un metro e all’ingresso abbiamo usato il gel per disinfettarci le mani.

Mi ricordo gli altri anni, quando per entrare facevamo una lotta; ci spingevamo, facevamo tanto rumore e poi ogni giorno facevamo la gara per chi arrivava per primo al posto.

Invece, ora, quando sono entrato in classe, ho visto un cambiamento gigantesco: i banchi erano distanziati di un metro, non c’erano più i nostri cartelloni, la classe era girata da un’altra parte e in terra c’era uno scotch a righe che serve per capire dove devono stare i banchi.

 Adesso quando usciamo dal posto per andare alla cattedra , in bagno o in corridoio, dobbiamo tenere la mascherina: non possiamo toccarci né abbracciarci.

Una cosa che mi è piaciuta del primo giorno di scuola è che alle 9.00 abbiamo fatto una pausa e siamo usciti un attimo in cortile mentre a turno andavamo ai servizi. E poi durante l’intervallo siamo tornati comunque in cortile.

Gli altri anni non uscivamo molto per l’intervallo, adesso invece ogni giorno.

Ci sono tante novità e tante regole, ma tornare a scuola è stato bellissimo.

                                                                                                         

Mattia Gandolfi

 

UN PRIMO GIORNO DI SCUOLA DIVERSO….

Il mio primo giorno di scuola in classe quinta è stato diverso per tanti motivi. 

Quando sono arrivato sotto ai portici, io ero molto contento, ma molto ansioso allo stesso tempo.

Appena è arrivata la maestra eravamo già tutti in fila d’emergenza   e con la mascherina sopra il naso, io stavo già morendo di caldo, ma sono riuscito a resistere: appena entrati in classe io ero scioccato, perché

L’aula era completamente spoglia, senza niente, i banchi erano dalla parte opposta rispetto all’anno scorso.

La cattedra era circondata da un nastro, invece lo scorso anno eravamo tutti attaccati, potevamo scambiarci il materiale, ma ora non più: che cosa brutta e triste!

Io sono molto arrabbiato perché non posso più abbracciare i miei amici, però vabbè, almeno siamo tutti qui a scuola!!

Alla fine della giornata, ho detto tutto alla mamma e lei mi ha raccontato la sua giornata come maestra della classe terza; anche la nonna ascoltando i nostri racconti era molto stupita.

E’ stata una giornata molto diversa dalle altre degli anni scorsi.

 

Domenico Gentile

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