TERRY, IL RAGAZZO DELLA SPERANZA
Terrance Stanley Fox,meglio conosciuto come Terry,era un ragazzo canadese ,maratoneta e attivista per la lotta contro il cancro.
La sua storia inizia quando all'età di 18 anni,nel 1977, viene operato di tumore al ginocchio e gli viene amputata la gamba.
La notte prima dell’intervento legge un articolo su un corridore amputato e sogna di correre.
Terry, terminata la convalescenza durata due anni, inizia ad allenarsi ogni giorno per quindici mesi ,nonostante il dolore di portare una protesi si facesse sentire in modo costante, riesce a correre per circa trentasette Km consecutivi.
Partecipa alla maratona di Boston e, anche se arriva ultimo, dimostra a se stesso di avere la forza e la resistenza per intraprendere l’idea che aveva nella testa, ovvero quella di raccogliere fondi per la ricerca sul cancro e per rendere le persone più sensibili di fronte a questa malattia.
Si sente felice per essere sopravvissuto e vorrebbe che anche tutte le persone ammalate come lui possano avere più’ opportunità di guarigione.
Il 12 Aprile 1980 il sogno di Terry si realizza: correre una maratona da una costa oceanica all’altra del Canada con l'obiettivo di raccogliere un dollaro per ogni cittadino canadese da devolvere alla lotta contro il cancro,un’impresa che lascerà il segno in Canada e non solo.
Questa maratona è stata nominata “Maratona della Speranza”; purtroppo, però, dopo 143 giorni e 5373 Km ,Terry dobrà interrompere la corsa a causa di una ricaduta della malattia e, dopo un anno perderà definitivamente la sua battaglia.
Le varie associazioni benefiche che avevano appoggiato Terry in questa impresa continuarono ,a suo nome, a raccogliere fondi e istituirono la “ Terry Fox Run”, una corsa non competitiva che ogni anno a Settembre si svolge in varie località’ per mantenere viva la memoria di questo giovane, pieno di speranze e voglia di vivere che con la sua determinazione è’ riuscito a smuovere le coscienze di tante persone e rendere con il suo contributo, un po' meno lontana la speranza di una cura.
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Maddalena Ballestrazzi