LA MIA MISSIONE
tra riflessione e consapevolezza
“E' fondamentale la protezione dei diritti di tutti i bambini per un futuro senza disuguaglianze”.
Questo è uno numerosi slogan che compaiono in uno dei tanti video relativi alla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
Nel 1989 è stata istituita la convenzione ONU, un documento composto da 42 articoli dove vengono indicati i diritti fondamentali per i bambini.
Il fanciullo, essere umano di età inferiore a 18 anni, deve avere una sua vita individuale nella società, educato nello spirito degli ideali, in particolare in uno spirito di pace, di dignità, di tolleranza, di libertà di uguaglianza e di solidarietà.
Questi diritti non vengono rispettati in molti Paesi del mondo come per esempio in Sierra Leone, dove i bambini vengono usati per diventare bambini soldato oppure in Pakistan, dove i bambini vengono sfruttati per tessere tappeti,
in India molti nostri coetanei lavorano per fabbricare palloni in cuoio che noi utilizziamo per giocare,
in Vietnam tanti ragazzi sono impiegati per confezionare le scarpe da ginnastica di alcune famose marche europee e americane.
In diverse zone del mondo, poi, tanti bambini rapiti e tolti alle proprie famiglie, per essere utilizzati come soldati nei tanti conflitti armati presenti.
In tutti questi paesi, considerati poveri, i bambini crescono senza nessun diritto, lavorano ricevendo “delle paghe” misere, che a noi farebbero rabbrividire al solo pensiero; d'altronde in questi paesi, nemmeno gli adulti hanno dei diritti, figuriamoci i bambini!
Non è giusto togliere l'infanzia a dei bambini perché i primi anni di vita sono la cosa più importante per la crescita mentale, comportamentale e fisica: i primi anni sono anche quelli dove viene formato il carattere e la personalità, dove si sogna il futuro e dove si fantastica della propria vita. Al contrario, spesso, subiscono violazioni e violenze che segneranno per sempre le loro esistenze; i bambini che arrivano sui barconi, avranno sempre impressa nella loro memoria, il viaggio della speranza.
Molti diritti vengono negati da noi, dai Paesi occidentali, dai potenti e dai ricchi imprenditori che, sapendo di essere più ricchi pensano di poter calpestare coloro che sono più poveri di loro; questa “ricchezza” sembra che autorizzi lo sfruttamento delle popolazioni di un Paese più povero, perché si sentono onnipotenti e onniscienti. Questa loro ricchezza però è solo in termini economici, perché avranno si molti soldi, ma sono aridi nel cuore, poveri d'animo e di spirito.
I bambini hanno il diritto di poter andare a scuola, cosa che non in tutti i Paesi c'è, hanno il diritto al gioco, il diritto ad avere il cibo ogni giorno, il diritto di avere degli amici, ad avere una famiglia, ad esprimere la propria opinione, a professare o a scegliere la propria religione, diritto alle scelte, diritto di sbagliare, di essere ascoltati, diritto a un nome e ad una nazionalità, diritto di viaggiare o spostarsi liberamente, ad avere una casa, diritto di pretendere i propri diritti, diritto alla giustizia, diritto di avere del tempo libero e diritto al riposo. Molte volte quando le famiglie cercano di scappare dal proprio territorio d'origine a causa di guerre o a causa del cambiamento del clima portano con sé i figli e, se riusciranno ad arrivare sani e salvi nel territorio nel quale cercano di arrivare, dovranno ricominciare tutto da capo e quindi (r)esistere, combattere. Dovranno (r)esistere alle eventuali ingiustizie subite a causa della differenza del colore della pelle, combattere contro le violenze subite a causa dei pregiudizi dei potenti.
Io non so cosa si provi a non avere diritti negati, e vorrei non provarlo mai, ma secondo me è come sentirsi con tutti contro, senza nessuno che ti appoggi, quindi oppresso.
Io fortunatamente sono nata in un Paese dove c'è tutto, ma so che per molti bambini non è così.
Posso frequentare la scuola, se il covid me lo permette, posso fare corsi di nuoto, di musica, scegliere se e dove andare in vacanza... posso Pensare!!!
I bambini più poveri si arrangiano con quello che hanno: se vogliono un gioco, lo devono costruire: se lo costruiscono con del materiale riciclato (non si butta via nulla, perché quello che gli altri buttano per loro sono una risorsa preziosa); quando hanno un piatto di riso tutto per loro lo condividono con altri bambini perché sanno cosa si prova ad avere fame e allora rinunciano ad una loro parte per darne ad un altro bambino che ne ha più bisogno: forse noi dovremmo imparare da loro.
A differenza nostra loro riusano tutto, riciclano e condividono; noi invece teniamo tutto per noi senza dare niente agli altri, pensiamo solo a noi stessi e non a quello che ci sta intorno come la natura.
Vorrei solamente che ognuno di noi riflettesse e si rendesse conto che poco più lontano da noi ci sono persone che stanno peggio di noi e non sanno se il giorno dopo ci saranno ancora vivi.
Lucrezia Finardi