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  ADDIO  GUDETA, REGINA CORAGGIOSA

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A fine dicembre, Gudeta Agitu, una splendida donna di 42 anni che viveva a Trento, è stata uccisa da un suo dipendente.

Gudeta aveva lasciato l’Etiopia per venire in Italia perché nel suo Paese d'origine aveva subito delle minacce di morte e ha dovuto ricostruire la sua vita in Italia. Per lei non è stato facile lasciare il suo Paese, la sua famiglia e le sue origini sapendo che in Italia avrebbe potuto avere problemi d’integrazione dovuti principalmente a una cultura e a una lingua diversa. Nonostante tutto è riuscita a integrarsi nella comunità e ad essere apprezzata da tutti senza nessuna difficoltà, a parte il suo vicino di casa che un paio di anni prima le aveva augurato la morte. 

 

La donna era considerata “la regina delle capre felici" perché a Trento aveva aperto un'azienda biologica in cui dava tra l'altro lavoro a rifugiati politici e a migranti con una storia simile alla sua. Recentemente aveva dato alloggio a un uomo e lo aveva invitato a lavorare con lei. A causa di uno stipendio che Gudeta non era riuscita a pagare in tempo, l’uomo - un pastore ghanese - l’ha uccisa con cinque colpi di martello in testa.  La donna avrebbe dovuto presentarsi a un appuntamento con un suo cliente, ma non si era presentata e non rispondeva al telefono. I vicini, preoccupati, si sono recati a casa sua, dopo aver suonato al campanello, bussato alla porta e aver urlato fortemente il suo nome senza alcuna risposta, hanno forzato la finestra e hanno trovato il corpo della donna a terra.

I carabinieri hanno subito pensato che fosse stato il suo vicino condannato al carcere mesi fa per le minacce di morte,  ma ricostruendo i contatti che lei aveva avuto, hanno trovato il vero colpevole ovvero l’uomo che lei aveva ospitato: Adams Suleimani un uomo di 32 anni di origini ghanesi.

Questa notizia è molto dolorosa: l’uomo ha ucciso la Gudeta dopo che lei gli aveva dato un tetto e un lavoro. Ormai le persone, al giorno d’oggi, pensano solo ai soldi e farebbero di tutto pur di non averne uno in meno.

La violenza è sempre stata un’arma pericolosa e cattiva, ci sono molti altri modi per risolvere le situazioni come parlarne. Molte giornate mondiali ci ricordano quanto la violenza possa essere un’arma letale, ad esempio la giornata contro la violenza sulle donne. Noi siamo consapevoli che migliaia di persone vengono torturate e massacrate senza motivo?

Questo è il mondo in cui viviamo, siamo disposti a renderlo migliore?

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Ilaria Grazioli

Alissa Fazzi

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